Lettera di denuncia e di speranza

Gentili dott.sse, è con profonda malinconia e rammarico che vi scrivo l’ennesima lettera per mettervi al corrente del fatto che nell’attuale situazione economica sono impossibilitato a venire a trovare mia figlia.

Oltre ad essermi indebitato per difendermi legalmente dalle denunce strumentali di mia moglie che ha coinvolto nostra figlia in una separazione conflittuale, ho perso il mio lavoro da manager da oltre due mesi, dopo che avevo lottato una vita per costruirmi una carriera.

La mia ex moglie ha ottenuto il suo scopo dichiarato e da me registrato un mese dopo la separazione e 10 mesi prima della denuncia che ha portato a questa situazione: “Tu la bimba la vedrai quando sarà signorinella… io ti denuncio, poi facciamo la guerra per 20 anni, tu non la vedi e poi non ti vorrà più vedere lei”.

Complimenti! Avevo una figlia che amavo e crescevo con dedizione…

In questa mia gravissima situazione lavorativa, economica e psicologica, ho avuto pure l’incredibile conferma da parte del giudice di Lucca che devo versare da disoccupato un assegno alimentare di 600 euro mensili (!), ponendomi così nella condizione di non poter visitare mia figlia neanche nelle 4 ore mensili che ho faticosamente portato avanti in questi due anni di restrizioni e che hanno influito, visto le continue ferie richieste in giorni lavorativi per poterla vedere, sulla mia vicenda professionale.

Secondo chi amministra la giustizia, senza dare spiegazioni dovrei versare 600 euro per gli alimenti, che con i 600 euro dell’affitto, i 600 euro per la rata del prestito per pagare gli avvocati, i 400 euro per il viaggio di 1000 km per raggiungere mia figlia nella località nella quale l’ha portata mia moglie contro la mia volontà, spesa che sempre ho sostenuto io in questi tre anni, oltre ai 100 euro di spese telefoniche per chiamare ogni giorno mia figlia ed inviarle fotografie visto che mia moglie mai mi fa chiamare dalla piccola, fanno 2.300 euro al mese di spese da disoccupato!!

E con cosa dovrei vivere che non ho quasi più nulla sul conto corrente? Ma ci rendiamo conto dove sono stato portato? 

Colgo con amarezza l’immobilismo di chi ha preso provvedimenti senza neanche interpellarmi per far chiarezza sulla denuncia, amarezza verso chi questi provvedimenti li ha mantenuti nel tempo anche dopo i miei filmati che mi scagionavano, le testimonianze dell’unico testimone che mi scagionava, le violazioni della Carta di Noto nell’interrogatorio che ha portato mia figlia ad accusarmi a tre anni su pressioni e domande dirette della madre, le relazioni di psciologhe che prima si firmano tali e poi fanno marcia indietro e si dicono semplici cittadine, gli incidenti probatori e le relazioni della CTU che hanno chiarito l’accaduto a mio favore, gli interrogatori incredibili a professioniste che mi scagionavano e che mia moglie pubblicamente ha insultato senza venir minimamente denunciata, le accuse di corruzione fatte per pubblicamente da mia moglie senza che nessuna istituzione chiamata in causa rispondesse, un immobilismo totale anche di fronte alle relazioni ed evidenze di una bimba in difficoltà psicologica per l’assenza forzata del padre, evidenziata a più riprese.

Una bimba, impossibilitata da due anni a vedersi riconosciuta almeno le videochiamate via internet o telefono, a più riprese richieste da me in particolare dopo la relazione favorevole della CTU, è ormai sempre più distaccata e le nostre telefonate, per lunghi mesi faticosamente salvatesi con giochi di fantasia verbali, ora si chiudono spesso dopo pochi minuti.

Ed il giudice civile che incarica un’altra CTU per stabilire con chi dovrebbe stare una bimba che da tre anni è impossibilitata a vedere il padre e che è vissuta solo con la madre e con la sua ostilità nei miei riguardi! Quali speranze ho io di avere giustizia e vedermi assegnata mia figlia!

Alcuna risposta o relazione ho avuto da alcun livello coinvolto in merito nella vicenda in merito alla mia denuncia della presenza stabile di un’altra presenza maschile, il nuovo compagno di mia moglie, che mi ha completamente sostituito in termini temporali e di figura, tanto che la bimba lo chiama “l’altro papà!”Io padre amorevole e sempre presente nei primi anni di vita ridotto a 4 ore al mese a mille chiolometri in una stanza, innocente e uno sconosciuto a casa di mia figlia a crescerla ed educarla. Non so se succedesse a voi cosa provereste!

O chiamato spesso col nome di questa persona e ridotto al silenzio. Il silenzio delle istituzioni preposte a vegliare sul bene della piccola e delle istituzioni preposte a rispondere a tele situazione chiaramente devastante per la piccola mi lascia angosciato ed impotente.

Sono un padre che ha visto devastata la sua vita da una separazione che doveva coinvolgere solo gli adulti, ma che ha visto strumentalizzata una bimba di tre anni! Un padre a cui è stata tolta prima la possibilità di pernottare con la propria figlia senza ragione, poi si è visto sottrarre completamente la figlia e che da due anni vive in carcere in attesa di giustizia. Si perché 4 ore in una stanza sorvegliato da assistenti sociali sono come un carcere per un padre innocente! E in carcere sono anche nelle ore insonne delle notti in cui penso a mia figlia, quando ripenso all’anno di rinvii perchè mancava un giudice per la mia causa, ai mesi di rinvio per interrogare una CTU che ha già reso chiara la mia ingiustizia, ai mesi di rinvii per parlare con ulteriori testimoni che facciano chiarezza sulla calunnia che ho subito. A mesi di attesa senza capire perchè.

Nessuno pensa alle mie lacrime, nessuno ha fatto qualcosa per ildolore di mia figlia travolta da questa vicenda, al dolore dei nonni paterni che da due anni sono private dell’unica nipote e che vedono, come me, la loro bimba di due anni ormai diventare ragazzina senza poterla abbracciare.

Pur apprezzando lo sforzo e le vostre relazioni ormai non ho più forza di giustificare nessuno e stò perdendo la forza di lottare per la giustizia, per il bene di mia figlia, per la verità, perchè anche se alla fine verrà fuori la verità ormai il danno, ed il dolore non potranno si potranno cancellare. Ed alla fine nessuno pagherà per questa ingiustizia e per i danni creati a mia figlia!

Sono stanco di sollecitare avvocati, di aspettare i giudici, di piangere, di urlare al vento il mio sdegno. Non so a chi scrivere e a chi chiedere aiuto.

I giudici ricevono prontamente mia moglie ma nonostante i miei solleciti non ricevono me, non ascoltano l’unico testimone del fatto. I giudici non decidono nulla e i mesi passano ed io rischio di perdere anche la terza estate della fanciullezza di mia figlia, mentre lei mi chiede “papà perchè non mi insegni a nuotare?”

Questa lettera sarà pubblicata anche sul sito internet che ho aperto per raccontare la mia storia e per raccogliere quello che diventerà un libro denuncia che voglio pubblicare.

Un sito che sarà anche uno strumento di speranza per chi vive situazioni come la mia. Vittime dei limiti del sistema, vittime di genitori malevoli che strumentalizzano i figli.

E’ l’unica strada che mi rimane.

www.padrimadriseparati.wordpress.com sarà la mia voce di denuncia e di speranza. L’unica speranza che mi rimane è rendere pubblica la mia vicenda, contattare le associazioni, scrivere a qualche giornale o carica istituzionale. Fondare un’associazione.

Ho il dolore nel cuore, la vita spezzata ma non morirò senza aver visto giustizia.

Con profondo rispetto per il vostro lavoro.

Un padre negato

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