Volevo solo fare il padre…

Anni di lunghe battaglie legali, le amarezze, le bassezze, il dolore della distanza, le notti insonni, le giornate di lacrime, le parcelle degli avvocati…

Dopo oltre quattro anni di battaglia, dopo aver superato una falsa denuncia e visto indagato l’altro genitore, dopo aver viaggiato per 45.000 km e passato con mia figlia solo lo 0,3% dei giorni passati dalla separazione, dopo aver perso due lavori da manager e ritrovarmi disoccupato ed indebitato, non ho perso la speranza di fare il papà.

Ho bisogno di te. Per dare la speranza a mia figlia di avere tutti e due i genitori, e quindi anche un papà. Non importata quanto riuscirai a donare, anche pochi euro, l’importante è garantire a una bimba di sei anni di avere un padre.

Combatto per lei per tutelare il diritto alla bi-genitorialità, un diritto di tutti i figli.  Se leggerete anche solo qualche giorno della mia storia, capirete che ne vale la pena.

Grazie per quanto vorrete aiutarmi.

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Festa del papà 2020: dedicata ai padri distanti.

Un affettuoso #augurio a tutti i #papà nel giorno della loro festa.💫

Il virus ha separato molti padri dai loro figli. Molti lo erano già a causa di faticose e penose separazione che li avevano privati della quotidianità e vicinanza dei loro figli.


Un pensiero particolare carico di affetto per i padri separati dai figli per ragione di forza maggiore.

A questi oggi si aggiunge una moltitudine di padri costretti alla distanza da questa pandemia che separa cuori e vite.

Il mio pensiero va a loro, a quei cuori impavidi che continuano ad esserci col loro amore e la loro presenza tramite una telefonata o un video a distanza. Perché anche se non possono arrivare gli abbracci il cuore è sempre lì, vicino a chi si ama.

Come diceva Honoré de Balzac “i padri devono sempre dare, per essere felici. Dare sempre, l’esser padre sta in questo”.

Torneranno i giorni degli abbracci, delle coccole e dei sorrisi. Torneranno le giornate di sole al mare a costruire castello di sabbia e giocare sui prati rincorrendo una palla.

Torneranno le passeggiate sulla spiaggia mano per mano raccontando i segreti del mare. #andràtuttobene. Forza papà.

festadelpapà #amore #speciale

Un padre tiene la mano di suo figlio per un breve periodo, ma tiene il suo cuore per sempre.

Separazioni difficili con figli: pazienza, fiducia e tanto amore!

E’ davvero da tanto tempo che non scrivo su questo blog.

Sono passati ormai 8 anni da quando inizio la mia traumatica separazione ed un incubo di tribunali durato fino ad oggi. All’epoca la mia bimba aveva 2 anni oggi quasi 10!

Ho importanti notizie per te caro lettore che hai seguito i miei momenti bui, ti sei rivisto nelle ingiustizie e lungaggini della giustizia, hai pensato di abdicare al ruolo di genitore:

SEI UN PAPA’ CHE HA DIFFICOLTA’ A VEDERE I FIGLI?

TIENI DURO!

tener-duro

Si perchè chi la dura la vince! E sopratutto chi ha voglia di fare il genitore alla fine non può che vincere perchè un figlio ha sempre bisogno di noi!

Cosa è accaduto da quando ci siamo lasciati?

A novembre 2015 è arrivata finalmente dopo 6 anni di separazione giudiziale (rallentata a causa delle molteplici denunce penali archiviate in fase di indagini preliminari ma durate anni) la sentenza civile di 1°: finalmente si è garantito a mia figlia – che vive a 900 km da me – di vedermi con regolarità e di frequentare anche l’ambiente paterno al nord nei ponti e nelle vacanze. Di fatto io vado a prendere la bimba in puglia e la madre viene a riprendersela in Veneto. Una soluzione che garantisce i diritti di bigenitorialità della bimba, e che viaggiando in aereo, permette uno spostamento di alcune ore tra la residenza della madre e quella del padre.
A causa dell’atteggiamento ostruzionistico della madre che ha concesso per anni la figlia al padre e dei suoi comportamenti al limite della calunnia, la madre è stata condannata a pagare metà delle spese processuali del padre (fissate in circa 10.000 euro ben dal di sotto delle reali spese, ma comunque un significativa responsabilità addebitata alla madre in tutta questa vicenda).

La madre invece che comprendere i danni causati alla mai carriera professionale, all’equilibrio e alla serenità mio personale e della mia famiglia e sopratutto invece di fare mea culpa di tutti gli anni in cui ha ingiustamente privato la bimba di un rapporto normale con il padre, per tutta risposta ha fatto ricorso in appello.

L’appello si è svolto in un’unica udienza presso al corte di Firenze a giugno 2016 (appello che ha comportato una spesa per difendersi di quasi 10.000 euro e due memorie difensive).

La corte d’appello di Firenze a dicembre 2016 dopo circa un anno dall’appello ha sciolto la riserva mantenendo completamente invariato il regime di visita tra padre e figlia, mantenendo invariate tutte le conclusioni della sentenza di primo grado (separazione per incompatibilità di carattere e non per colpa) e confermando l’addebito alla madre di metà delle spese legali del padre.

Inoltre essendo l’ex moglie soccombente nell’appello è stato sancito che debba pagare 3/4 delle miei spese processuali dell’appello di 2° grado (pari a circa 6.000 euro).

Ora mi trovo creditore di 16.000 euro verso la mia ex moglie, che si lamenta di non aver soldi ma minaccia di portarmi in Cassazione!

Che vi devo dire. Speravo che gli anni e questa triste vicenda mettesse giudizio alla signora, ma questa invece di pensare a un futuro (ha da anni un nuovo compagno) e pensare a garantire a nostra figlia almeno quei 2 mesi all’anno col padre per recuperare almeno in parte il tempo perduto pensa ancora a far la guerra e a rovinarsi e a rovinare il futuro economico di nostra figlia!

Speravo che il 2017 portasse giudizio e responsabilità, per ora mi debbo accontentare di riuscire a vedere mia figlia con regolarità e cercare di recuperare nel tempo le cifre che mi ha follemente costretto ad affrontare per difendermi.

Nel frattempo l’ex moglie risulta inadempiente per tre importanti punti della sentenza:

  • il rilascio dell’autorizzazione ad emettere il passaporto per la figlia minore (è passato ormai più di un anno ma prima con scuse ed ora formalmente si rifiuta di adempiere alla sentenza, il che mi costringerà a rivolgermia l giudice tutelare per ottenere il documento
  • installare una linea internet fissa per permette regolari videochiamate tra la figlia e il padre lontano (il giudice aveva indicato una videochiamata di 20′ minuti ogni 2 giorni). Ad oggi la linea mai è stata installata e sono riuscito a fare solo 25 videochiamate anzichè le 200 previste!
  • pagare le somme a cui è stata condannata con riferimento alle mie spese processuali anche se non condannata con addebito! Su tale punto l’ex moglie ha fatto ricorso ma il titolo è stato reso esecutivo in attesa di verificare le somme che lei dice di avanzare da me, ma che non sono vere!)

A breve valuterò come tutelarmi e tutelare mia figlia.

Che dirvi?

Arrivederci alla prossima puntata e in bocca al lupo per le vostre situazioni. La guerra se vi ci hanno trascinato è lunga, ma se siete nel giusto non disperate. Si può vincere.

Se invece non siete stati trascinati, cercate con ogni via la pace e un accordo.

Buon anno cari amici.

PS: Conoscete un onesto avvocato esperto in Cassazione? 😉

*** Credits: foto www.hotelsaligari.com/free-climbing/ ***

La via crucis di un padre

via crucis

Che cos’è la Via Crucis?

Un percorso di dolore intenso, continuo, profondo, una sofferenza senza fine che sfocia verso una tragica fine. E’ nel nostro immaginario un percorso verso la purificazione, verso la santificazione, verso la speranza di una risurrezione oltre la morte.

Ma qui sulla terra ognuno prima o poi affronta la via Crucis. La speranza che sia un selciato a termine, che in qualche tappa del calvario  arrivi qualcuno a salvarci dalle nostre sofferenze o succeda un fatto che cambi in tutto in meglio.

La speranza di una soluzione terrena o extraterrena ci da la forza di avanzare, di mettere un passo dopo l’altro nella salita al Golgota e di sopportare il peso della propria croce.

E’ è con il cuore colmo di speranza che in questi giorni ho affrontato l’ennesima tappa della mia personale via Crucis, che ormai si è allungata a sei anni di doloroso cammino.

E’ da tanto che non vi scrivo cari amici. Tanta acqua è passata sotto il mio ponte in questi mesi. Certi momenti più limpida e fresca certi altri cupa e tossica. Il momento più bello che voglio condividere con voi e di cui vi avrei dovuto parlare prima è stata l’archiviazione del procedimento di maltrattamenti intentato da mia moglie per giustificare la sua sottrazione di mia figlia 6 anni fa. Beh, dopo oltre 5 anni è arrivata l’archiviazione, a conclusione di lunghissime ed approfondite indagini della procura di Milano e dopo l’opposizione da parte della mia ex moglie che ha allungato ulteriormente l’archiviazione di oltre sei mesi.

Ora finalmente dopo 6 anni si può dire che non ero un violento nel mio matrimonio né tantomento ho avuto attenzioni particolari verso mia figlia, visto che anche l’altro provvedimento intentato da mi amgolei si è chiuso con un’archiviazione in indagini preliminari (durate oltre due anni) e che l’ha portata ad essere indagata per calunnia. Ma questo già lo sapete se avete seguito le mie tristi vicende.

Bene ora dopo 6 anni, decine e decine di migliaia di euro spesi per difendersi, anni di tribolazioni e di udienze, notti insonni e soprattutto incredibili limitazioni alle mie capacità di padre si è arrivati alla verità: tutto non vero! E nessuno che ti dica scusi, ci dispiace se la sua vita è stata un inferno per 6 anni è ha visto sua figlia 50 giorni in 6 anni! Ops… ci siamo sbagliati. Lei non è un mostro anzi a quanto dicono gli Assistenti Sociali che la seguono da 5 anni lei è un padre modello, adorato da sua figlia nonostante le incredibili limitazioni e gli ostruzionismi della madre.

Ho cambiato anche giudice civile nella separazione civile ancora aperta. Dopo 6 anni di lentezze burocratiche (non posso dire altre parole per evitare querele… ) ho finalmente un giudice che giudica e decide. D’altronde vorrei ben dire dico io, dopo 3 Consulenze tecniche d’ufficio. Le CTU permettono al giudice di chiedere ad un esperto esterno, specializzato nel campo professionale che serve, di chiarire aspetti tecnicistici e specialistici delle vicende civili e penali. Bene la mia terza CTU sulla mia capacità genitoriale, durata ben 7  mesi – da gennaio 2014 a luglio 2014 – risulta ancora in parte applicata.

A parte il solito tentativo della madre e dei suoi legali di screditarne il valore e al professionalità di un tecnico esperto da oltre trent’anni al servizio della giustizia 8fatto vergognoso), a parte le ripetute accuse di corruzione dei giudici (regolarmente denunciate con querela… succederà prima o poi qualcosa!), gli ostruzionismi verso l’applicazione delle decisioni del giudice e del lavoro degli Assistenti Sociali sono quotidiani.

Caro amico padre separato (o talvolta madre), se dall’altra parte vi trovate un genitore malevolo, pronto a tutto per  vendetta o per quattro sporchi denari, preparatevi a vivere la peggiore via Crucis che un cristiano conosca.  Sedetevi e prendetevi una bevanda rilassante, perché quello che vi racconterò non sarà per nulla piacevole.

Anche se finalmente avete dimostrato tramite le relazioni degli Assistenti Sociali che siete un buon padre, che i vostri figli (nel mio caso la mia bimba di 8 anni che vive a 1.000 km  da voi per scelta della madre) vi amano, che siete persone ragionevoli che anche nella disoccupazione versano il loro sostegno alla bambina  (nel mio caso 150 euro al mese più qualche viaggio ogni circa 2-3 mesi), anche se avete dimostrato per anni sacrificio facendo voi la maggior parte dei viaggi (nel mio caso siamo 80 viaggi a 4), anche se ora il giudice comincia a imporre anche alla madre di portarvi la figlia ecco cosa vi attende

  • Vacanze estive 2015: mi reco a Lecce per ricevere la bimba presso gli Assistenti sociali nel giorno ed orario concordati. La madre non porta la bimba e decide lei di portarla in viaggio recandosi presso il vostro domicilio, nel mio caso al nord in Veneto. Quindi infischiandosene di date e orari stabiliti dal giudice, infischiandosene del luogo di consegna presso gli assistenti sociali, e infischiandosene di permanere nella vostra città contro il consiglio degli Assistenti sociali.
  • Se poi il giudice impone di recuperare quel giorno di ferie perso, come nel mio caso, per colpa della moglie, ecco subito apparire il certificatino, sempre pronto a seconda delle esigenze, che dice che la madre deve essere in servizio scolastico ai primi di settembre di sabato e deve rientrare senza recuperare! Ottimo, peccato che poi il preside di scuola smentisca la madre dichiarando per iscritto che non vi era nessuna attività scolastica quel giorno. E voi incartate e subite!
  • Ferie Natalizie: vi sono concessi i vostri 5 giorni, perché metà vacanze potrebbe influenzare la madre. Un susseguirsi di telefonate e pressioni giusto per far capire sono in città anch’io, fino al punto da far chiamare parenti e nonna per far pressione perché la bimba chieda di vedere la madre e cenare insieme. Pressioni fortunatamente stoppate dall’assistente sociale.
  • Febbraio 2015: vi recate voi al sud perché il giudice ha concordato che voi fate il ponte di carnevale al sud e la madre vi porterà la bimba per il compleanno a metà marzo al nord e anche per le vacanze pasquali di inizio aprile

Ed eccoci ai giorni nostri. La vostra via Crucis pasquale è bella servita.

A metà marzo la bimba non la vedrete perché appare il solito certificatino medico, stavolta per malattia della madre (piccolo raffreddore) e la bimba non può quindi viaggiare. E quindi vi scordate l’agognato primo compleanno della bimba al nord in 8 anni!

Ma il giudice capisce e dice di recuperare a Pasqua, aggiungendo i due giorni impudemente sottratti e considerati come “visita saltata”. Beh almeno qualche piccola soddisfazione. Ma ecco la richiesta della madre con la sua classica memoria sottodata di modificare le date e partire prima perché non si può far attendere una bimba di 8 anni in stazione 1 ora e mezzo la sera per una coincidenza. Memoria respita!

Ma come scrive lei su facebook, col cavolo “VINCO IO!”

Meno male che qui si sta parlando di garantire la bigenitorialità e non di una guerra fra madre e padre o fra madre e giudice. Vinco io?! Non far vedere la bimba al padre è vincere?!?!

Ecco che però il giudice, sentito quanto dice la pediatra, che la bimba ha solo un raffreddamento con tosse e che può uscire ma deve solo farlo con precauzioni e seguire la cura decide che il padre, cioè voi/Io potete prendere la bambina quando volete e riconsegnarla al nord al martedì quando volete!

Evviva finalmente qualche giorno con con vostra figlia. Che fate. Valigia in fretta e furia, prenotazione treno in frettissima partenza 15.40 dal nord per Lecce ed arrivo a mezzanotte. In tasca avete anche i biglietti per il ritorno il giorno dopo, uno per voi ed uno per la vostra amata bimba. Costo totale dell’operazione pasquale 280 euro! Ma anche da disoccupati indebitati cronici ne vale la pena. Poi ci sono i nonni ad attenderla che la vedono pochissimo. Gli Assistenti sociali perallertati. Appuntamento il sabato di Pasqua (oggi) alle 9.30.

Ma ecco il vostro messaggino rovina sogni. “La situazione sanitaria della bimba si è aggravata. Deve prendere l’antibiotico e il pediatra ha dato 7 giorni di riposo a casa”. Ahhhhh guarda caso si è aggravata proprio dopo che si è chiarito che poteva viaggiare. E chi è il pediatra che fa la visita a casa? Proprio quel pediatra a cui avete appena chiarito che vi sono in atto strumentalizzazioni di certificati medici ripetute e che chiedete di non effettuare visite pediatriche a vostra figli se non previo avviso alla vostra utenza telefonica. Complimenti! Ma col pediatra vedrete poi come fare.

Vi recate regolarmente alla vostra tappa della vostra personale via Crucis. Eccovi davanti a casa con l’Assistente sociale. Il nuovo compagno della madre vi corre incontro “raggiante” sventolando il nuovo certificato medico che impedisce di stare con vostra figlia! Della serie “ce l’ho, VINCO IO”. La madre intanto, dalla finestra vi dice che non vi vuole in casa e che la bimba non ve la da, in puro stile zallo (da noi si dice così)!. Ecco che arriva la ciliegina sulla torta. Arriva la pattuglia della polizia e scendono ben 4 poliziotti (poi diventeranno 5!). manco ci fosse in atto un attentato dell’ISIS! Eccoci sotto casa a spiegare il caso e la vostra via crucis, a sventolare ordinanze del giudice, certificati e controcertificati. Tanto sapete già come andrà a finire e quindi siete tranquilli. Qui il padre lo si fa a ore, quando decide la madre, eprchè la bimba è un bellissimo strumento di ricatto. Si ma fatto come si deve con tutte le cartine a posto!

La madre fa salire la polizia in casa! In casa?! Si in casa della vostra bambina mentre voi tranquilli spiegata con gli Assistenti sociali la situazione! Pura follia! E poi si dice che di non coinvolgere la bimba?

Bene ora che avete 4 poliziotti a controllarvi potete vedere 15 minuti la bambina. Concessione della madre. Salgo le scale e mi sento peggio di Arsenio Lupin con Zenigata. Il commissario Basettoni avrebbe mosso meno polizia per la banda Bassotti al completo. Fortuna dico io che non ci sono le pistole spiegate ed i manganelli!

Mi avvicino al letto di mia figlia. Lei mi abbraccia. Mi bacia. E’ raggiante di vedermi e subito dice: papà non sto bene, non posso partire. Io le dico “tranquilla amore, verrai da papà non appena starai bene” E penso, “che schifezza di strumentalizzazione, che odio mortale verso chi coinvolge i bimbi in guerre d’adulti”… m ma c’è il certificato…  quindi… certo… certo… si è ammalata ancora sopra la nostra visita…. Certo è peggiorata (perché il primo certificato era fatto male e non bastava)…. Certo il pediatra lo hai scelto tu…. Certo non c’è stato contraddittorio…. Come quella volta che mi denunciasti per possibili attenzioni particolari….

Certo… certo… continua così che fai il bene di tua figlia….

Domani è Pasqua cari amici. Io riprendo il mio aereo e fatti  i miei 2000 km per 15 minuti col mio angioletto. Passando li in cielo più vicino al Signore gli chiederò quando manderà giù un po’ di ragionevolezza e di giustizia…

Intanto incasso…. Poi la giustizia quella terrena riapre martedì! Vedremo…. Passate una Pasqua serena cari genitori amici… io cercherò di farlo altrettanto con la forza dell’amore di un padre verso un figlio che so prima o poi trionferà. Vi abbraccio!

Un padre

Videochiamate, figli lontani e ostruzionismi di adulti

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Mia figlia nonostante i suoi diritti è tenuta in gabbiaUna gabbia virtuale fatto dagli adulti che non le garantiscono i suoi diritti. Come il diritto di poter videochiamare il padre distante mille chilometri. Lei ormai ha 7 anni e mezzo e sa benissimo usare la tecnologia ma la madre non la installa e la permette pur potendolo fare.

Condivido con voi la lettera che invierò alla mia ex moglie, al giudice della separazione giudiziale, agli Assistenti Sociali, alla CTU, agli avvocati e virtualmente a mia figlia, ancora troppo piccola per essere catapoltata nelle battaglie degli adulti.

Ma questa lettera è di fatto indirizzata al suo cuore. Lotto con gli ostruzionismi dei grandi per poter amare il suo cuore e darle quello che ogni bimbo ha bisogno. La vicinanza e l’amore di suo padre.

Combatto ormai da 5 anni per riuscire a far installare la linea internet che permetterebbe videochiamate con mia figlia distante 1000 km e che mille scuse e ritardi non hanno permesso ancora di fare.

Oggi la tecnologia permette di essere più vicini a chi amiamo anche se siamo distanti fisicamente. Permette di riavvicinare cuori distanti, permette di alleviare le sofferenze di una mancanza. Basta volerlo.

Il genitore che si oppone o ritarda questo diritto inalienabile di ogni figlio di essere vicino all’altro genitore commette un crimine contro la fanciullezza, oltre che alle leggi dello stato che tutelano la bigenitorialità. Vi sono varie sentenze che sanciscono questo diritto del figlio e del genitore distante. L’importante è avere la volontà di applicare le leggi e tutelare davvero i bimbi nelle separazioni conflittuali.

A voi cari amici lettori le mie parole di 0f45825fbdbe940c8901d48bfa35cef7tristezza e degno in questa battagli per ottenere questa vicinanza.

Un caro abbraccio a chi mi capisce e mi sostiene in questa battaglia per poter fare il padre.

 La mia piccola micia è in attesa di poter guardare un video dove vedere papà sorridente e non una triste finestra vuota!

“A volte fa fatica anche una lacrima a scendere giù nonostante un dolore immenso. Troppe attese dietro gli ostruzionismi di chi dice di favorire i rapporti tra un padre ed una figlia lontana ma che invece da anni fa di tutto per ostacolarli.

Gioie negate ed un tempo che passa e se ne va e  non tornerà mai più. Ecco come rovinare l’infanzia di mia figlia ed il mio diritto di farne parte, rendendomi uno spettatore malinconico appeso ad una voce quando invece potrei almeno vedere il viso della mia bambina crescere.

Tanti sogni rimandati e quel dolore che voi non sapete cos’è perché non avete mai perso o non vi hanno mai sottratto un figlio!

A mia moglie, ai suoi avvocati, ai professionisti coinvolti in questa vicenda terribile di separazione vi darei gli occhi miei per vedere ciò che non vedete, vi darei il mio cuore per vivere il mio dolore. Un dolore creato dalla distanza ma anche dalla vostra ostinazione a non permettere di vedere mia figlia con la tecnologia che oggi permette di essere quasi al suo fianco con una videochiamata.

C’è chi dimentica. Io e mia figlia non potremo dimenticare i silenzi e i vuoti che adulti senza cuore hanno creato. Ci avete tolto l’energia, l’allegria che solo una videochiamata di un genitore distante possono dare, per poter strappare qualche sorriso alla propria bimba.

Avete ucciso per anni quel sogno di poter far volare la propria bimba anche con 1000 chilometri di distanza, uccidendo il sogno di togliere quel peso sul cuore. Perché anche voi se aveste un figlio lontano e non poteste vederlo spesso vorreste nascondere le nubi della distanza e creare anche solo per qualche minuto al giorno un arcobaleno di colori per farla sorridere.

Nei giardini del mio cuore, dove sono mancati migliaia di abbracci ed il piacere di stringere tra le braccia la propria figlia ogni giorno, voi siete responsabili di aver negato per anni e negare tutt’oggi il piacere almeno di vederla. Avete negato il diritto di sorreggere ed aiutare mia figlia con un sorriso.

Siamo noi adulti i responsabili di questo sfregio, che pur potendo, neghiamo. Il peso di questa responsabilità morale verso una bimba indifesa è di chi dice di voler fare e non fa.

E se anche pensate di esser soli, sappiate che c’è qualcuno che vi guarda e giudicherà alla fine, ed oltre al giudizio finale a cui noi tutti saremo chiamati a rispondere, c’è un giudizio deontologico terreno.

Per me arriverà un giorno un luogo dove nessuno potrà dividere un amore di padre e nessuno potrà decidere per noi. Lì, senza paure e con il sole, il nostro grande amore potrà dar luce finalmente a tutti i nostri sogni, e nessuno potrà toglierceli.

Chiedo a mia moglie e al suo avvocato quando installerà questa linea internet che permetterebbe a me e mia figlia finalmente di vederci. Invece dei silenzi e delle scuse che si susseguono da anni, quando? Ma chiedo anche al chi dovrebbe tutelarla quando garantirà i nostri diritti di padre e di figlia.

Mia figlia è un angelo in cerca di un sorriso. Quanto tempo pensate sia giusto negarlo ancora?

Le nostre anime e i nostri cuori smaniosi chiedono oggi il diritto di amarci, perché è oggi che abbiamo bisogno di sorrisi e di parole dolci.

Non vi è bastato rubarci l’infanzia assieme, distruggere la nostra normalità, togliere a mia figlia una crescita serena con denunce dimostratesi calunniose e infondate.

Non è bastato fermare per anni due cuori che battono all’unisono e toglierci i nostri sogni e l’ingenuità degli anni più belli. Ora continuate, invece che rimediare, a toglierci i nostri diritti!

Invece di favorire l’amore per rimediare e lasciarlo scorrere siete ancora lì a limitarlo, a comprimerlo, ad impedirlo con ogni ostruzionismo.

Ma io credo che per mia figlia sia un diritto creare un domani migliore, da oggi!

Mi avete rubato il diritto di preparare la colazione a mia figlia ogni giorno, di condividere la gioia di un film la sera, di osservare l’impronta del suo piccolo viso sul cuscino, un canto insieme, una corsa nel vento… ma poter finalmente fare delle videochiamate tramite internet ci permetterebbe almeno di cominciare a condividere qualcosa che non sia una voce di la di un filo.

20121016-003430.jpgQuando mia figlia da grande mi chiederà “dove sei stato papà?” io gli risponderò “Papà è sempre stato qui, ma non mi hanno permesso di amarti”. Mi scrollerò via di dosso tutto quello che di cattivo mi è stato detto portando con me quello che ormai si sa, cioè che io e mia figlia ci riprenderemo il giusto rapporto di amore che ci spetta e prenderemo finalmente un treno che come in una dolce canzone, va a “Paradiso città!”.

Su quel treno io mi prenderò il mio posto e mia figlia li seduta al mio fianco mi dirà “Papà destinazione Paradiso”, e guardandoci sorridendo tenendoci per mano metteremo alle spalle l’odio, i rancori, le vendette di adulti e “professionisti”  troppo piccoli per comprendere il vero amore ed il calore ingiustamente causato a due vite.

Ci vuol poco per sentirsi più vicini. Ci vuol poco se qualcuno non te lo nega.

Rivendico il diritto alla felicità mia e di mia figlia e il diritto di riuscire a sentirla senza impedimenti come accaduto in questi anni e a poterci videochiamare. Chi ci nega questo commette un crimine contro l’umanità racchiusa nel cuore di un bimbo.”

PAS: madre condannata a 50.000 € di multa!

PAS: madre condannata a 50.000 euro di multa per ostacoli e tentativi di alienazione del figlio dal padre.

Roma, I° Grado – 10 febbraio 2011- (dott.ssa Anna Mauro, Sezione I Civile n. 86094/2077)
Il Tribunale di Roma ha sanzionato con la condanna al risarcimento del danno per la lesione sofferta dal padre
del “diritto alla genitorialità”, riconoscendo l’esistenza in concreto della sofferenza nascente dall’essere stati
privati della possibilità di accompagnare il percorso di crescita del proprio figlio.

Passaggi della sentenza:
“l’impossibilità di incontrare il figlio per ostacoli frapposti dalla madre che chiedeva l’affidamento esclusivo del
figlio [..] la scarsa disponibilità della D. nel permettere gli incontri padre-figlio e la contraddittorietà dei suoi
comportamenti in quanto la donna, da un lato, esprimeva dubbi sulle capacità genitoriali del marito, tanto da
fare per ben due volte ricorso al Tribunale per i minorenni onde ottenere la declaratoria di cessazione della
potestà genitoriale del padre, e dall’altro avvertiva la necessità che il padre potesse essere più vicino nella vita
quotidiana del bambino. [..] sporgeva nei confronti del marito la gravissima denunzia di violenza sessuale
verso il figlio e chiedeva e otteneva l’immediata interruzione di ogni rapporto tra i due. Tale denunzia si rivelava
del tutto infondata [..] I sentimenti che la donna nutriva nei confronti del marito, difficilmente inquadrabili con
chiarezza, ma sicuramente molto contrastanti tra loro non le consentivano di far vivere all’uomo una relazione
serena e appagante con il figlio [..]. Il comportamento della madre che insisteva con pervicacia a ostacolare i
rapporti padre–figlio. [..]

Tutto ciò integra, senza alcun dubbio, la lesione del diritto personale del N. alla genitorialità, diritto costituzionalmente garantito a norma degli articoli 2 e 29 della Costituzione.

Avendo comportato nell’uomo, come peraltro evidenziato dagli innumerevoli ricorsi da lui proposti al giudice, una forte sofferenza per non avere potuto assolvere – e non per sua volontà – ai doveri verso il figlio e per non aver potuto godere della presenza e dell’affetto del piccolo. [..] condanna la convenuta al risarcimento del danno nella misura di Euro 50.000 (più spese di lite/processo). ”

Il mio caso è analogo, ed ancora oggi dopo l’archiviazione della falsa denuncia (non si è aperto neanche il processo ma sono “bastati” due anni di indagini preliminari… e vita persa) si permette di parlare del fatto che io possa riabusare della bimba quando il p.m ha scritto nella sentenza di archiviazione “forte è il sospetto che la madre abbi utilizzato la denuncia e la figlia per far male al padre”

E davanti al giudice cosa ha detto? Tanto la PAS (sindrome di alienazione parentale) non esiste!

Che vergogna!

Ora vedremo cosa verrà fuori dalla nuova CTU disposta dal giudice in corso da sei mesi! Ma anche se come le altre andasse bene chi ce lo paga il danno morale e le spese legali subite in queste anni? Se per far giustizia servono anni e lunghi ricorsi si favoriscono questi atteggiamenti, ma almeno sapere che non rimangono impuniti è un punto di partenza e un monito per tutti i genitori scorretti!

 

Quando la separazione=povertà

Riporto il tristissimo appello di Antonio, padre separato ridotto in povertà ed ai margini della società da una giustizia che non può fregiarsi di questo nome.

Se non avessi una famiglia alle spalle che mi ha sostenuto nella separazione ed in 5 anni di assurde e costose battaglie legali sarei nella sua stessa situazione.

C’è da vergognarsi di chiamarsi un parere civile e di pronunciare la parola “bigenitorialità” quando per averla bisogna rovinarsi quando si deve lottare contro una madre che fa di tutto per togliere il padre alla propria figlia senza motivo visto che la bimba sta benissimo con me!

Io stesso sono disoccupato da tempo e ormai non vivo… sopravvivo grazie all’aiuto di chi mi ama.

Da tuttoannunci del 9 giugno 2014

DISPERATO APPELLO Mi chiamo i antonio 52 anni sono un uomo colto e pulito serio residente in rimini o messo da parte tutto il mio orgoglio la vergogna e molta mi sento distrutto non o neanche più la voglia di vivere rimasto senza un soldo sono in cerca di lavoro in qualsiasi città se possibile con alloggio.

Sono in difficoltà economiche cerco qualsiasi lavoro purchè serio.

Dopo una vita passata di benessere avendo avuto due locali mi sento distrutto non voglio morire in strada le mie capacita gestore di locali capacita magazziniere autista con pat pulizie, manovale edile guardiano notturno presso hotel della riviera x 9 anni tuttofare cucina sarei libero da subito chiedo il vostro aiuto …..

Non ce la faccio più a vivere cosi sono rimasto senza alloggio sono un padre divorziato non ce la faccio più a sopportare questa situazione e ora mezzo ad una strada ….non voglio morire in strada chiedo cortesemente chi mi può dare una mano

3271916474 ANTONIO

Se potete ve lo chiedo con la mano sul cuore e molta vergogna VI RINGRAZIEREI SE MI DATE UNA PICCOLA MANO
AIUTATEMI!

http://www.tuttoannunci.org/padova/CV-Cerco-lavoro-Altro-MORIRE-X-MANCANZA-LAVORO-APPELLO-DISPERATO-padova–tipdan-idi60-ida1448500-idc464.aspx

Separazione: vivere con 400 euro al mese?

Può un genitore separato vivere con soli 400 euro netti al mese?

Spesso dopo aver pagato affitto o rata del mutuo, alimenti a figlia e/o moglie, bollette e tasse varie al genitore, spesso il padre, rimangono pochissimi soldi per vivere.

L’80% dei padri vive con meno di 400 euro al mese sulla soglia della povertà!

Io attualmente separato e disoccupato da un anno pago mensilmente 150 euro oltre ad aver l’onere di sobbarcarmi il costo dei viaggi, vitto e alloggio per vedere mia figlia che sta a mille chilometri di distanza, perchè mia moglie ha deciso in autonomia di cambiare residenza alla bimba contro la mia volontà.

E’ possibile? E’ possibile vivere in questo modo? Di fatto ti obbligano a rinunciare a vedere tua figlia con regolarità!

La mia ex moglie è professoressa statale – con uno stipendio netto di oltre 1.600 euro al mese – non ha fatto un solo viaggio ora in 5 anni per portarmi mia figlia al nord dove vivo dai miei genitori! Scandaloso!!!

Leggi l’articolo e scrivi sotto il tuo commento. Io sono indignato!

http://diariodiadamo.vanityfair.it/2013/06/04/puo-un-papa-separato-vivere-con-400-euro-al-mese/

I tuoi figli non sono figli tuoi!

“I tuoi figli non sono figli tuoi,

sono figli e le figlie della vita stessa.
Tu li metti al mondo, ma non li crei.
Sono vicini a te, ma non sono cosa tua.
Puoi dar loro tutto il tuo amore, ma non le tue idee,
perché essi hanno le loro proprie idee.
Tu puoi dare loro dimora al loro corpo, non alla loro
anima,
perché la loro anima abita nella casa dell’avvenire,
dove a te non è dato entrare, neppure col sogno.
Puoi cercare di somigliare a loro, ma non volere
che essi somiglino a te,
perché la vita non ritorna indietro e non si ferma
a ieri.
Tu sei l’arco che lancia i figli verso il domani”

Una riflessione di una persona cara, R.P., che dovrebbe tutti farci riflettere.

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#iodecido: la madre buca il preservativo

Il desiderio di #maternità è una delle cose più belle del mondo. Mettere al mondo un figlio insieme alla persona amata, in modo consapevole e voluto, con responsabilità è una esperienza che da un senso alla vita.

Peccato che il mondo non sia sempre così idilliaco e legato al “true love” e a volte sia una delle parti a desiderare e volere un #figlio a tutti i costi, indipendentemente se sia o no il momento giusto per farlo. A volte è per l’età che avanza, altre perché si pensa di risolvere i problemi di coppia, per le donne spesso per assicurarsi una posizione di forza in caso di separazione.

Questa pubblicità spagnola trasmessa nel giornata della mamma, è chiaramente una provocazione che può offendere chi mette al mondo un figlio con amore di entrambi i genitori,  ma è vero anche che affronta la tematica delicata del fatto che a volte non è sempre così.

A volte i figli non sono frutto dell’amore, ma del calcolo e dell’interesse o dell’egoismo narcisistico di chi lo vuole ad ogni costo anche quando i genitori non sarebbero pronti per dargli stabilità.

Certe donne non capiscono che un figlio ha prima di tutto bisogno di stabilità nella coppia e di essere voluto ed amato da entrambi.

#iodecido sembra il motto di queste donne. Decidere a prescindere da quel che vuole lui, è una scelta sbagliata, come pure forzare un uomo alla paternità.

Sono convinto che la stragrande maggioranza delle donne non sia quella mostrata da questa pubblicità, e che le donne riescano a vivere la maternità con il sostegno e la condivisione del loro uomo spinte dall’amore. Apprezzo e rispetto i grandi sacrifici che ogni giorno la maternità comporta a partire dallo sforzo del parto.

Ma è anche vero che chi sfortunatamente incontra una donna che crea un rapporti non egualitario dominato da una femminilità crudele basata sull’inganno, che poggia il suo ‘potere’ sul fatto di avere un figlio e quindi ricattare il marito nel caso di separazione, come purtroppo avviene vive una vita di sofferenza.

A me è capitato. Una maternità spinta dalle pressioni dell’età nonostante un matrimonio in difficoltà. Il vedersi poi strumentalizzare quella povera figlia.  “Fatti le vasche tutta la vita per vedere tua figlia pezzo di merda!” Dopo che mia moglie si è trasferita per sua scelta a mille chilometri, fa capire diverse cose su come certe donne continuino in un approccio #iodecido, coinvolgendo nelle guerre d’adulti anche figli vittime dei loro rancori.

Una riflessione con profondo rispetto di chi da la luce con amore e chi protegge i figli contro le sofferenze che le discussioni e le scelte degli adulti comportano.

Diffamazione su facebook: è reato anche senza il nome del diffamato

La Cassazione ha definito che su internet la legge si applica nello stesso modo che nella vita reale: chi, anche senza fare nomi, insulti un’altra persone la cui identità è individuabile, pur non nominando mai il nome, commette reato.

Il reato si consuma se la frase lesiva della reputazione è colta anche solo da una piccola cerchia di persone ed è fatta fornendo particolari da rendere identificabile il destinatario degli insulti.

Secondo il tribunale militare di Roma (il caso riguarda due militari della Guardia di Finanza), costituisce diffamazione, e seppur la Corte di Appello aveva ribaltato la sentenza, la Corte di Cassazione ha chiarito che se pur il nome della persona diffamata non sia citato mai direttamente, il reato esiste se il bersaglio della calunnia risulta evidente dal contesto.

Tale reato tra l’altro la Corte chiarisce, non richiede un dolo specifico, essendo sufficiente la sussistenza dell’elemento soggettivo, cioè della consapevolezza di pronunciare o scrivere una frase lesiva della reputazione altrui e la volontà che la frase venga a conoscenza di più persone anche solo due”.

Quindi attenzione agli sfoghi sui profili pubblici di facebook o degli altri social network, poichè considerato le informazioni presenti sul profilo della persona che diffama e sulle relazioni sul diffamato, vi sono gli indizi necessari a individuare il destinatario degli insulti e quindi a essere condannati.

Nella mia separazione ho ricevuto centinaia di insulti, di tutti i tipi ma di solito li ricevevo di persona o via sms, quindi privatamente senza coinvolgere terzi. Ma le accuse e diffamazioni pubbliche sono proprio odiose e cattive, perchè spostano il livello dello scontro su un altro piano.  Direi che le accuse da appena separato di mia moglie su facebook “Cercasi ragazzo per bene perchè quello bastardo l’ho già avuto” e il suo cambio contemporaneo di stato coniugale da “sposata” a “vedova” – pur essendo io vivo e vegeto, ben si adattano alla nuova fattispecie chiarita dalla Cassazione. Che ne dite?

Voi che fareste in un contesto di continue denunce false da parte sua? (l’ultima per stalking perchè chiedo di ricevere notizie ed informazioni su mia figlia!)

accuse marito facebook

Leggi l’articolo completo tratto da  punto-informatico.it: Cassazione, diffamazione su Facebook come altrove. http://google.com/newsstand/s/CBIwxqLXrho